“Mamma perché quando mi abbracci dormo serena?”, mi chiese qualche sera fa mia figlia di quattro anni. La mia risposta fu una domanda: “tu che senti quando ti abbraccio?” e la piccola mi rispose, seria e fiduciosa, “mi sento protetta e non ho paura!”.
C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato per quanta emozione provi;
dove il tempo si ferma e non hai più l’età.
Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore,
mentre la mente non smette mai di sognare.
Un abbraccio che cura
Ogni adulto reagisce differentemente ai capricci di un bambino, irritandosi, provando a distrarlo con ricorso spesso a dispositivi elettronici, che aumentano il senso di incomprensione che il bambino percepisce. Secondo Maria Montessori, il capriccio è l’espressione in “bambinese” di un vissuto di rabbia legato ad una frustrazione. Il capriccio è, pertanto, l’espressione di un desiderio del bambino che l’adulto non riesce a comprendere.
Questa incomprensione è dovuta al fatto che il piccolo non ha le necessarie capacità comunicative per esprimere in modo chiaro i suoi desideri. Si limita all’utilizzo di poche parole che lasciano solo intendere senza far capire davvero. La Montessori suggerisce di comportarsi in maniera accogliente ed empatica rispetto ai capricci dei bambini. Bisogna restare calmi, cercare di capire cosa desiderano, non urlare o strattonarli perché oltre a non comprenderli gli starete pure mancando di rispetto (Montessori M, 2017).
Il metodo holding
Un metodo efficace e curativo è l’abbraccio contenitivo, metodo holding. Così come i neonati hanno bisogno del contatto fisico con la madre, anche i bambini più grandi traggono beneficio da questo contatto. Esso li rassicura – suggerisce la dott.ssa Welch, psicoanalista americana.
Nell’Holding, il bambino viene avvolto dal nostro abbraccio, con dolcezza e grande fermezza, mantenendo se possibile un contatto visivo. Solitamente, dopo un’iniziale opposizione caratterizzata da calci e strepiti, la tensione del bambino si scioglie e comincia a rilassarsi. Importante è mantenere la fermezza, così da effettuare un efficace contenimento. Adottando questo metodo, il bambino si sentirà compreso ed accettato, calmando le sue paure e instaurando uno speciale legame affettivo. Nel caso non funzionasse (raramente), occorre immaginare altre soluzioni per la gestione della rabbia (Welch M, 1991).
Un abbraccio che nomina. I bambini e le emozioni
L’abbraccio è utile anche per dare un nome alle emozioni. Sciogliersi in un abbraccio consente al bambino di poter gestire la paura, la rabbia, la tristezza o la gioia. Senza avere il terrore di esserne sopraffatti perché non compresi. È un momento intimo in cui la mamma o il papà, lo accolgono e lo accompagnano alla vita.
I bambini e i due anni di pandemia
I due anni di pandemia hanno avuto un impatto rilevante sulla salute mentale dei bambini e sulle modalità di relazione tra i pari. Ogni bambino ha fatto i conti con la paura, con le restrizioni imposte, reagendo come poteva. Anche gli abbracci coi coetanei sono diventati “vietati”, aumentando la paura e la diffidenza. Esse smorzano la spontaneità e lo slancio vitale che caratterizza questa fascia di età.
Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, nel settembre 2021, ha notato l’aumento dell’ospedalizzazione e delle condotte autolesionistiche nei minori. Pertanto, preoccupato, ha creato un servizio di rete dedicato ad accogliere queste problematiche, nella fascia di età dell’infanzia e adolescenza.
Conoscere le mancanze, consente a noi adulti di poter riparare alle ferite inferte e laddove opportuno chiedere aiuto ad uno specialista.
Un abbraccio mai avuto. La fame che non sazia
Un abbraccio che affama è un abbraccio mancato, un abbraccio di una madre assente. Meglio un abbraccio che una merendina per calmare le ansie. Questa affermazione, apparentemente banale non è scontata per molti genitori.
I ricercatori dell’Università della Scienza e della Tecnologia della Norvegia, del King’s College di Londra, dell’Università di Londra e di Leeds hanno riscontrato un dato rilevante. I bambini di età scolare, nutriti di più dai loro genitori, per calmare i loro sentimenti negativi, avevano una maggiore probabilità di mostrare l’emotional eating. Per emotional eating (mangiare emotivo) si intende calmare i piccoli attraverso il cibo. Si tratta di un fenomeno riscontrato sia nei bambini in età scolare che negli adolescenti, preludio di disturbi successivi nell’età adulta (anoressia, bulimia, ansia, depressione) o di obesità infantile. Lo studio ha evidenziato che bambini di 4-6 anni, i cui genitori offrivano cibo come conforto, presentavano emotional eating tra gli 8 e i 10. Inoltre, la maggiore facilità ad arrabbiarsi all’età di 4 anni aumentava il rischio di emotional eating all’età di 6 (Steinsbekk S, 2017).
Conclusioni
Un abbraccio è un dolce gesto che esprime vicinanza, comprensione e accoglienza. Abbracciare produce ossitocina, l’ormone della felicità e del legame affettuoso che contrasta ansia e depressione. Un abbraccio cura, nomina e sazia.
Alba Cervone
Bibliografia
- George M. Kapalka, Bambini capricciosi e disubbidienti. Un metodo efficace per ridurre i conflitti., Red! Ed.
- Montessori M., La mente del bambino, (1949), Garzanti ed.2017
- Steinsbekk S. et al, Emotional Feeding and Emotional Eating: Reciprocal Processes and the Influence of Negative Affectivity, Child Devolp, Volume 89, Issue 4, 2017
- Welch M., L’abbraccio che contiene. La tecnica dell’holding per eliminare conflitti, capricci e gelosie, Red.! Ed. 1991