Le oscillazioni delle emozioni
La pandemia da COVID-19 ha influenzato il nostro modo di rapportarci con gli altri. Alcuni sono diventati più intolleranti, più ansiosi, forse, più insofferenti nelle relazioni. Altri hanno reagito, invece, ricercando in maniera a volte spasmodica il contatto con gli altri. Altri ancora hanno avuto momenti di profonda assenza di speranza, alternati a periodi in cui essa, invece, raggiungeva picchi di elevata positività. Tutto ciò ha portato conseguenze negative sulla salute psicologica delle persone. Le oscillazioni dei numeri della pandemia hanno incominciato a coincidere con quelle degli aspetti psicologici. Le persone hanno iniziato a vivere in continuo allarme ansioso. Accompagnate dall’ incertezza del futuro con la sensazione di ripiombare all’improvviso nell’angoscia delle restrizioni, della solitudine e della riduzione della speranza.
Stress psicologico e speranza
Uno studio recente pubblicato su Lancet Psychiatry ha evidenziato un aumento dello stress psicologico, della depressione e un peggioramento della qualità della vita (Thompson et al. 2022). Lo stesso studio, tuttavia, ha sottolineato che tali incrementi si osservavano soprattutto durante i periodi immediatamente successivi alla fine del periodo di restrizioni. La speranza che tutto finisca al più presto si scontra con la realtà non sempre rosea. Vengono meno le aspettative? Viene meno la speranza che tutto possa ritornare come prima? L’assenza di essa è stata meno evidente negli operatori sanitari durante le fasi di maggiore crisi pandemica. L’impegno, la dedizione alla cura, la speranza di dare conforto li hanno protetti dal sovraccarico lavorativo. Paradossalmente l’incremento degli episodi ansiosi e depressivi si sono osservati nei periodi post-critici.
Traumi ed emozioni
Anche la paura della guerra in Ucraina e i conseguenti disagi economici hanno generato un incremento dello stress psicologico. L’esposizione al trauma della guerra diventa tanto maggiore quanto più bassi sono i livelli di speranza (Ivan Urlić, 2013). La speranza diventa una strategia terapeutica. Consente di esplorare le vicende vissute con maggiore serenità. Riporta a galla i ricordi e ne comprende i comportamenti. Essa diventa la coperta accogliente che ammortisce e avvolge i ricordi dolorosi. La paura e l’angoscia diventano maggiormente tollerabili se c’è la speranza che tutto finisca al più presto.
La speranza come terapia?
La depressione è aumentata con la pandemia, sia nella popolazione generale, sia negli operatori sanitari. Recenti studi hanno evidenziato come la speranza sia associata a una riduzione dei sintomi depressivi sia negli operatori sanitari sia nei pazienti (Franza, Tavormina et al, 2022).
Speranza significa trasformazione ed è indispensabile nei luoghi di lavoro sanitari. Essa viene descritta come un faro nella riabilitazione e nella assistenza dei pazienti. Speranza significa superare i limiti ed il suo aumento è uno strumento indispensabile nel contesto della prevenzione e della promozione della salute (Lohne 2022).
Conclusioni
In questi tempi di grandi difficoltà, di paure e contraddizioni le relazioni sociali sono diventate più difficili. Gli individui, tuttavia, posseggono strumenti innati che possono aiutarli a superare tali difficoltà. Tra questi la speranza può assumerne un ruolo decisivo nella cura della sofferenza psicologica. Gli operatori che lavorano nel campo della salute mentali e devono utilizzare tale strumento. Dare speranza è uno strumento terapeutico che può dare dignità alle persone che soffrono e a coloro che li assistono (Franza et al. 2020).
Francesco Franza
Bibliografia
- Franza F, Tavormina G. et al. Psychiatria Danubina 2022; 34 (Suppl 8):60-63
- Franza F et al. Psychiatr Danub 2020;32(Suppl 1):10-14
- Lohne V. Scand J Caring Sci 2022;36(1):36-48.
- Thompson EJ et al. Lancet Psychiatry 2022;9(11):894-906.
- Urlić. Vittime, Vendetta e perdono, Edra Edizioni, 2013
Foto: Envato Elements