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Il Natale dei “dimenticati”

Lo spirito del Natale Presente, il presepe e la depressione sotto l’albero. Le festività possono portare sconforto e parole di Papa Francesco sono un benefico sollievo per i dimenticati.

Come nel Canto di Natale di Dickens, il protagonista della storia Scrooge, avaro e ricco banchiere, scopre che il vero tesoro è l’amore in tutte le sue forme e la cura per la solitudine. L’articolo vuole portare un messaggio di speranza a chi durante le feste di Natale si sente “dimenticato” perché malato.

Quando si avvicinano le festività natalizie, gli addobbi che già da due mesi prima decorano strade e negozi, il traffico estenuante e l’offerta delle streaming TV, che ripropone i classici natalizi ci ricordano gli imminenti festeggiamenti. Mi piace pensare al Natale come ad una festa di gioia in cui tra un abbraccio, un panettone e giochi da tavolo si condividono momenti piacevoli che riscaldano il cuore.

Non è così per i “dimenticati”, per chi, affetto da una malattia cronica, è invisibile, così come invisibile è la sua sofferenza e la sua solitudine. Le feste natalizie sono un momento drammatico per chi soffre di malattie psichiatriche. Questo lo sanno i pazienti, i parenti e soprattutto i curanti (psichiatri, psicoterapeuti).

La solitudine

Lavoro in un ospedale con pronto soccorso psichiatrico e spesso mi è stato chiesto dai pazienti di farsi ricoverare per “stare in compagnia e non passare le feste da solo” o dai parenti per “respirare un po’ ”. Durante questo periodo sintomi come insonnia, aumento dell’appetito (anche particolare voglia di “cibo saporito e grasso”), perdita di piacere nel fare qualsiasi cosa oppure irritabilità, aggressività possono aggravarsi e rendere difficile il risveglio mattutino e le normali attività quotidiane. Prestiamo attenzione a questi segnali di malessere che il corpo manda perché possono essere curati. Prima ci si cura, meglio è. Questo vale non solo per sé stessi, ma anche per chi ci è vicino.

Il Natale di Dickens

Nel Canto di Natale di Dickens, il protagonista della storia Scrooge, avaro e ricco banchiere, scopre grazie agli spiriti del Natale Passato, del Presente e del Futuro di aver vissuto nella miseria in quanto egoista, sempre arrabbiato e solo. Attraverso questo “viaggio”, Scrooge impara che la vera ricchezza è nell’amare gli altri ed essere ricambiati.

Lavoro da tempo con i “dimenticati”, mi porto nel cuore la loro tristezza e quando posso li abbraccio, perché anche un abbraccio cura le ferite. Sogno un Natale di luce calda per tutti.  Riporto, a tal proposito, una riflessione di Papa Francesco, che descrive bene quanto vorrei esprimere.

Le riflessioni di Papa Francesco

Il Natale di solito è una festa rumorosa: ci farebbe bene un po’ di silenzio per ascoltare la voce dell’Amore. (…)L’albero di Natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita. Gli addobbi di Natale sei tu quando le tue virtù sono i colori che adornano la tua vita. La campana di Natale sei tu quando chiami, congreghi e cerchi di unire.  Sei anche luce di Natale quando illumini con la tua vita il cammino degli altri con la bontà, la pazienza, l’allegria e la generosità. Gli angeli di Natale sei tu quando canti al mondo un messaggio di pace, di giustizia e di amore. La musica di Natale sei tu quando conquisti l’armonia dentro di te. Il regalo di Natale sei tu quando sei un vero amico e fratello di tutti gli esseri umani.”

Il 3 dicembre è stata celebrata la “Giornata Mondiale della Disabilità”, un giorno dedicato agli ultimi, ai “dimenticati”, agli invisibili. Chi sono gli invisibili? Anziani, bambini o adulti affetti da malattie genetiche, psichiatriche persone che a seguito di un trauma hanno dovuto riorganizzare la propria vita. Ma un giorno non basta. E, dunque, ogni giorno ma soprattutto in queste festività natalizie, mi auguro che ci siano meno momenti di solitudine, più abbracci e sorrisi per i “dimenticati”.

Alba Cervone

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