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FOMO e ansia sociale

L’ansia sociale da FOMO rischia di diventare un’emergenza psicopatologica. La FOMO è caratterizzata dal desiderio di rimanere continuamente in contatto con ciò che gli altri stanno facendo.

Nella FOMO (Fear of Missing out) coesiste l’eccessiva preoccupazione di non vivere esperienze gratificanti al pari degli altri da cui ci si sente esclusi (Przybylski et al, 2013). La FOMO può assumere caratteri di gravità tale da compromettere la salute psicofisica delle persone. L’ansia grave, la depressione e l’ideazione ossessiva sono tra i sintomi più frequenti.  L’utilizzo dei mezzi di comunicazione più recenti come gli smartphone, hanno facilitato i contatti e la condivisione di molte sfaccettature della propria vita. Al contempo rischia di creare un legame di dipendenza, con la rete, con meccanismi di controllo spesso ossessivi e disturbanti. Gli adolescenti rientrano tra le principali vittime di questo meccanismo ingannevole.

FOMO: origine

Non è possibile definire una data di insorgenza di questa forma di ansia sociale. Dobbiamo pensare che nasce con l’uomo che da sempre manifesta, nel mondo, l’innato bisogno di esserci.  La socialità è il mezzo più utile di formazione e di espressione della sua identità.  Quest’ultima, non è un’entità statica ma dinamica, si evolve, migliora nel tempo. Questo processo non può avvenire in maniera isolata ma si sviluppa in un contesto interattivo. Durante l’esistenza l’uomo ha bisogno, pertanto, di stabilire e mantenere contatti umani, confrontarsi e vivere situazioni e contesti nuovi e diversificati.  Egli vive tutto questo in maniera fisiologica.

La FOMO è il risvolto patologico di questo sentire che può diventare predominante, pervasivo, ossessivo e ai limiti di un’ideazione paranoica. In questi casi, l’ansia di presenziare diventa invalidante e si alimenta di un grande senso di colpa per l’occasione persa. Un’occasione ritenuta decisiva per il proprio futuro o fondamentale per conoscere una persona importante. Ma ogni occasione diventa importante anche per garantirsi una presenza stabile, visibile, nel sociale. Sentirsi cercati e voluti aumenta e/o conferma la propria autostima. Il pensiero di esserci, sempre e comunque, con la FOMO diventa paranoico ed ego distonico, cioè vissuto con sofferenza. Percepito come un obbligo.

Ansia sociale e FOMO: cause

Secondo Andrew Przybylski (2013), tra i maggiori studiosi della FOMO, la causa sarebbe da ricercarsi nel mancato soddisfacimento di alcuni bisogni primari. Przybylski fa riferimento alla teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan (1985) per la quale avere relazioni positive con gli altri è fondamentale a livello esistenziale. Quando il soggetto percepisce che questo aspetto della sua vita rischia di essere compromesso va in ansia. 

La FOMO è favorita dal nostro sistema economico, culturale e sociale che ci impone di aderire a determinate regole. Le regole della produzione e dell’apparire. Esse prevedono di conformarsi ad un prototipo di società in continua progressione e trasformazione. Fermarsi, comporta l’arretramento, il blocco. In sintesi l’oblio.

Ansia sociale da tecnologia

Negli ultimi anni si è verificato un aumento di frequenza e intensità del fenomeno associato ad un uso pervasivo degli smartphone e dei social (Przybylski et al, 2013). Il fenomeno non è confinato alla generazione dei “Millenial” e dei “Gen Z”, ma coinvolge anche gli over 40-50-60 e oltre. L’ingresso nel mondo virtuale offre la visione di una miriade di situazioni che prospettano l’opportunità di vivere nuove esperienze e nuove conoscenze. Si vivono anche emozioni diversificate e si tende a ridefinire continuamente il proprio sé per adeguarsi e garantirsi la propria presenza in ogni contesto. Pena un’ansia sociale da esclusione chiamata FOMO.

Quest’ultima non si è spenta durante il Covid e il lockdown.  Viceversa, è stata ulteriormente alimentata nelle persone, dalla loro necessità e dal loro bisogno di non scomparire, di mostrarsi e di relazionarsi. La lettura, la cucina, il gioco, l’allenamento, tutto è diventato motivo di socialità e di confronto con gli altri. La realtà virtuale ha continuato ad esistere immune da ogni contagio virale. Dall’altra parte ha rappresentato il comune palcoscenico sul quale ci si è uniti tutti in un unico canto di speranza e di condivisione.

Uso problematico dello smartphone

L’uso dello smartphone può, però, essere problematico. In alcune persone, soprattutto adolescenti, si crea una grave forma di dipendenza che si manifesta nella ricerca di una connessione continua e costante. Ciò è facilitato dal semplice accesso, dalla possibilità di evadere dalla realtà e di rimanere anonimi insieme alla facilità di inviare e ricevere messaggi (Michelle et al, 2018). Il ricorso ai social avviene tramite la condivisione di molte esperienze di vita sotto forma di foto, video, racconti. Lo smartphone rappresenta per gli adolescenti un mezzo evoluto e irrinunciabile col quale interagire col gruppo dei pari e confermarne l’appartenenza. Essi possono mantenere un controllo costante su ciò che avviene nel loro mondo, interagire usando un loro linguaggio comunicativo ed esprimere così la loro identità.

Da un importante studio effettuato da Beyens nel 2016, è emerso che gli adolescenti, più sono connessi e più percepiscono lo stress e la paura. Sperimentano quindi la paura essere esclusi e respinti dalla propria rete sociale.

In genere si scatenano due tipologie di reazione. L’ansia sociale di vivere meno esperienze rispetto agli altri e quindi di non far parte di quel gruppo. Il bisogno di mantenere un rapporto costante con gli altri soprattutto tramite i social.

Considerazioni

Le conseguenze della FOMO si manifestano sul piano emotivo, cognitivo e comportamentale.

Sul piano emotivo prevale l’ansia, senso di stanchezza e alterazioni del sonno e stress (Milyavskaya et al, 2018). Col tempo questa psicopatologia può evolvere fino a forme più gravi come la depressione e il disturbo ossessivo.

Sul piano cognitivo prevalgono pensieri di ruminazione sulla migliore condizione di vita degli altri o dei gruppi da cui ci si sente esclusi o non appartenervi. I comportamenti tendono ad avere un carattere compulsivo che si traduce in un reiterato controllo dello smartphone. Diventa ossessivo il controllo della connessione ad internet. della disponibilità dello smartphone, della visione delle notifiche e dei messaggi. Tutto questo comporta spesso anche ritiro ed evitamento sociale oltre a minore rendimento scolastico, lavorativo ed esperienziale. L’atteggiamento impulsivo al controllo è volto a ridurre lo stato di tensione e di ansia. In definitiva a sentirsi partecipi e presenti ad evenienze considerate importanti (Elhai et al, 2021).

Enza Maierà

Bibliografia

  1. Beyens I, Eggermont S (2016): “I don’t want to miss a thing”: Adolescents’ fear of missing out and its relationship to adolescents’ social needs, Facebook use, and Facebook related stress https://doi.org/10.1016/j.chb.05.083
  2. Deci E, & Ryan RM, (1985): Intrinsic motivation and self-determination in human behavior, New YORK Plenum Press.
  3. Elhai J, Levine J, Dvorak R, & Hall B (2021): Fear of Missing out, need for touch, anxiety and depression are related to problematic smartphone use. Retrieved 27 Maggio 2021, from.
  4. Michelle H, Van Velthoven, Powell J, Powell G (2018): Problematic smartphone use: Digital approaches to an emerging public healt problem. SAGE journals.
  5. Milyavskaya M, Saffran M, Hope N, Koestner R (2018): Fear of missing out: prevalence, dynamics, and consequences of experiencing FOMO, www.link.springer.com.
  6. Przybylski A, Murayama KK, DeHaan K, Gladwell CRV (2013): Motivational, emozional, and behavorial correlates of fear of missing out. Computers in Human Behavior,29,1814-1848, https://doi.org/10.1177/2055207618759167

Foto: Envato Elements

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