La fase pandemica da Covid-19 ha modificato lo stile di vita delle persone; molteplici cambiamenti sono avvenuti. Il senso di precarietà, la paura del futuro, il timore di non farcela hanno aumentato le difficoltà. Nel momento buio e angosciante situazioni di crisi affiorano, l’individuo si blocca e mostra la propria fragilità.
La depressione può giungere allora inaspettata, essa appare diversa dalla momentanea tristezza. È qualcosa di completamente diverso che investe la persona in tutte le aree di vita.
Un ruolo importante è svolto dal familiare curante ossia colui che si prende cura della persona cara, affetta da malattia psichica o fisica cronica. In Italia si stima che in media il 17.4% della popolazione, circa 8.5 milioni di persone sono familiari curanti.
I dati evidenziano che i familiari curanti sono prevalentemente di sesso femminile (76.4%). L’età media è quella dai 46 ai 60 anni. Il familiare curante è impegnato ogni giorno nella cura del malato. La situazione pandemica da Covid-19 ha aumentato i carichi emotivi e psicologici dei familiari curanti.
Un’ indagine condotta dal Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità ha rilevato ad esempio come l’aumento dei carichi dei familiari ai tempi del Covid-19, ha causato nel 86% di casi difficoltà emotive. Tutto ciò determina l’insorgenza di disturbi psicologici quali ansia e depressione. Diventa quindi fondamentale trovare tempo per prendersi cura di sé.
È possibile stare meglio tramite piccoli accorgimenti come ritagliarsi momenti di svago, condividere le proprie emozioni. È opportuno farsi sostituire da altri quando le energie sono scarse o assenti. Inoltre attraverso la cura del proprio corpo è possibile rilassarsi. Talvolta è possibile concedersi piccoli regali anche simbolici come restare fuori e guardare il tramonto, leggere, ascoltare musica e soprattutto coccolarsi.
Un familiare curante racconta come è riuscita a superare le difficoltà: “Mi sono accorta di aver esagerato nella cura di una persona a me cara, quando ho cominciato a piangere e non riuscivo più a smettere.
La mia depressione era cominciata così. Ero annullata, sacrificavo ogni singolo momento della mia giornata a correre dietro alla persona in sofferenza, non potevo fermarmi, trascuravo me stessa e il mio corpo. Mi sentivo sola, non parlavo con nessuno, ero caduta in un baratro e ricordo che litigavo spesso.
Stavo ammalandomi velocemente. Non volevo deludere nessuno e mi sentivo tremendamente in colpa. Tutto doveva essere perfetto e avevo un gran bisogno di controllare.
Ad un certo punto mi sono resa conto che il mio modo di gestire e affrontare la malattia mentale in famiglia doveva necessariamente cambiare, altrimenti tutto questo mi avrebbe distrutto letteralmente. Ho deciso di pensare un po’a me stessa. Ricordo di aver pensato alla brevità della vita e di fronte alla possibilità dignitosa della morte, ho scelto la vita.
Da bambina mi piaceva il rito del thè, si gustavano i biscotti, le bevande calde, tutti insieme in famiglia, è una cosa che ancor oggi mi tranquillizza e calma. Dopo un po’ ho iniziato così dei riti personali, mi sono presa degli spazi per me; ho cominciato dalle piccole cose richiedendo degli aiuti pratici e concreti, iniziando a parlare con qualcuno.
Le amiche mi hanno sostenuto ed aiutato tantissimo, con la loro vicinanza semplice e discreta mi hanno accompagnato alla riscoperta della bellezza della vita, nonostante la malattia”.
Questo familiare era fortemente coinvolta nella cura, si sentiva impotente di fronte alla malattia, tuttavia con l’attivazione delle proprie risorse e capacità, è riuscita a superare i momenti difficili.
Aveva la sensazione di affrontare tutto da sola, con il sostegno e la vicinanza emotiva ha affrontato la malattia della persona cara. È riuscita con piccoli cambiamenti di vita a realizzare un grande cambiamento personale.
Donatella Costa
Bibliografia
- Piras J: Il Caregiver familiare. 2020 Book Sprint Edizioni
- Lazarus R S, Folkman S: Stress, appraisal and coping, Springer. 2004 New York
- Antonielli T, Capriati E, et al.: Emergenza Covid-19: aspetti psicosociali e buone prassi per promuovere il benessere psicologico. Apr. 2020 n. Speciale Covid-19 – Rivista Psicoterapeuti in-formazione
- Adelman, R D, Tmanova, et al.: Caregiver burden. A clinical review. 2014. Clinical Review & Education, 311(10): 1052-1059.