In questo periodo di pioggia e freddo, ci può capitare facilmente di abbandonarci a fantasticare una vacanza al mare in qualche paese caldo e soleggiato. Nel nostro immaginario la luce ed il calore sono sempre stati associati al benessere del corpo e dell’anima, il buio ed il freddo evocano il contrario. Per cui la primavera e l’estate sono generalmente molto più gradite dell’autunno e dell’inverno.
Primavera ed estate
Lo star bene dei mesi primaverili ed estivi dipende da vari fattori. La lunghezza delle giornate aumentano il tempo di esposizione alla luce e rendono più nitida la percezione degli oggetti. Aumentano le possibilità d’azione e in noi la sensazione di sicurezza e il senso di autostima prendono maggiore energia. La luce del mattino stimola e facilita l’attenzione e l’apprendimento.
Le temperature più gradevoli influenzano positivamente corpo e mente. Siamo pinti maggiormente ad esplorare, correre, saltare, ballare, cantare e siamo benevolmente aperti alle relazioni amicali, ludiche, lavorative e soprattutto amorose. Siamo anche meno soggetti alle infezioni respiratorie, perché stiamo più tempo all’aria aperta. Il sistema immunitario funziona al meglio anche per la riduzione dello stress.
Anche l’ambiente che ci circonda con le sue creature è più sensibile al calore e alla luce. La primavera con le sue promesse si presenta con un pullulare di vita e di crescita per le piante e gli animali. Essa è per noi fonte di stimoli e di slancio vitale.
Autunno ed inverno
Quasi l’opposto avviene nei mesi autunnali ed invernali, a causa dell’aumento delle ore di buio. Questo richiama l’indefinibile, il mistero, l’incertezza, incutendo paura, tristezza, sfiducia, insicurezza e inibizione. Tali stati d’animo possono spingerci a forme di chiusura protettive anche nelle attività ordinarie e ci mostriamo anche meno coinvolti affettivamente.
Il corpo è preso da una sorta di letargia, soprattutto erotica. Essa spesso se non è capita e contestualizzata, rischia di essere mal gestita con risvolti relazionali catastrofici. Talvolta siamo bloccati dagli eventi climatici in situazioni in cui cerchiamo rassicurazioni e ci rintaniamo riducendo al massimo le nostre iniziative anche per scongiurare malattie. Infatti, il freddo invernale può essere una delle cause più importanti dell’autocastrazione vitale, anche per l’ambiente che ci circonda. Esso può rallentare notevolmente i ritmi del corpo fino a giungere a reali pause di letargo.
Corpo ed ambiente
Esiste un’armonia e una sincronia tra uomo e ambiente, con una ciclicità umorale dovuta ai condizionamenti stagionali. D’estate il nostro umore è buono e siamo iperattivi; d’inverno siamo tristi, quasi depressi come la campagna, battuta dalla pioggia e dalla grandine.
Per fortuna le fluttuazioni umorali causate dai condizionamenti stagionali non sono tali da inficiare troppo la nostra funzionalità. Avere una sufficiente conoscenza delle stesse serve a saperle gestire senza allarmismi.
E’ utile e necessaria l’attenzione e un allenamento alla consapevolezza delle nostre reazioni agli insulti stagionali. Così da poter cogliere in tempo eventuali deviazioni dalla ”norma”. In caso di anormalità ci troviamo a patire un Disturbo Affettivo Stagionale (DAS) o un Disturbo Astenico stagionale.
La voce del corpo
Ascoltando il corpo attraverso sensazioni ed emozioni ci si può rendere meglio conto di eventuali cambiamenti dello stato d’animo. Si può valutare se e come come prendersi cura del DAS. Purtroppo spesso facciamo fatica ad accogliere i molteplici stimoli interni e esterni al nostro corpo, provenienti dagli altri e dal mondo.
Sappiamo che tutto ciò che viviamo a livello corporeo, emotivo, fantastico e cognitivo (memoria, ragionamento, percezione, creatività e giudizio), può essere usato per la crescita del nostro e altrui benessere o per la stasi improduttiva.
Come uomini siamo diversi, unici e irripetibili per caratteristiche biologiche, socioculturali e psicologiche. Per cui non sempre e non tutti abbiamo le stesse reazioni agli eventi, sia per l’intensità che per la durata nel tempo. Ci sono persone che non hanno un buon contatto con il proprio corpo (sensazioni). Esse talvolta reagiscono agli stimoli percepiti in modo incongruo, come nel caso di un lutto di un familiare. Vivono le emozioni in un modo emotivamente piatto e distaccato, quasi come non fosse successo niente d’importante ed hanno reazioni molto diverse dal senso comune. Altri invece hanno reazioni a taluni eventi interni o esterni a sé stessi, tanto che possono sembrarci eccessive o non proprio adatte.
La personalità ed il corpo
La struttura di personalità di un individuo rende ragione del suo modo di essere, di percepire e di trovare soluzioni esistenziali. Per vivere bene, è importante avere una sufficiente consapevolezza del perché, quando, dove e come gestiamo le sensazioni, le emozioni e le fantasie erotiche. Spesso questo livello viene sottovalutato o addirittura ignorato nell’insorgenza delle sofferenze psicologiche, con il rischio di non prendercene cura in tempo ed in modo adeguato.
La storia di Carmine
Aldilà degli aspetti generalmente condivisi, esaminiamo brevemente la storia di Carmine per vedere come gli aspetti soggettivi, in questo caso l’esperienza negativa del paziente, determinino una sofferenza stagionale.
Carmine, contadino, sposato, 55 anni, padre di due figli, da qualche anno è in cura medica per la depressione che si acuisce sintomaticamente in vista dell’estate.
Dalla storia del paziente emerge che tale particolarità clinica è verosimilmente legata alla sua infanzia. Quando d’estate i suoi compagni di scuola erano liberi di giocare e di andare in vacanza, lui era costretto ad aiutare i genitori in campagna, quando per loro aumentava il lavoro. Doveva rinunciare al gioco e alle vacanze.
Anche oggi il ritmo lavorativo di Carmine non è cambiato e la vecchia rabbia e insoddisfazione estiva si rinnova. Egli fa fatica a godersi anche una breve vacanza con la moglie, nonostante la libertà dal lavoro e dalle limitazioni erotiche dovute alla presenza dei figli.
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Francesco Cervone
Bibliografia
- A cura di Giovanni B, Cassano Lo spettro dell’umore , Psicopatologia e clinica. 2008 Ed.: Elsevier Milano
- Eugène Minkowscki Il tempo vissuto Fenomenologia e Psicopatologia 1971 Torino Ed.: Giulio Enaudi
- Giovanni Ariano Diventare Uomo lLantropologia della psicoterapia d’integrazione strutturale 20000 Roma Ed. Armando