Il tango
Nel settembre 2009 il tango è stato dichiarato dall’Unesco un bene “intangibile” e patrimonio dell’umanità. Nasce in Argentina nell’ultimo trentennio del 1800 dall’incontro tra immigranti e indigeni. È espressione artistica di fusione tra elementi della tradizione rurale locale, con musiche e balli popolari tra cui il candombe e culture urbane in trasformazione. Nasce sulle sponde del Rio de la Plata: Buenos Aires e Montevideo. È un ballo totalmente libero, intriso di improvvisazione. Le figure sono continuamente assemblate, sospese, frammentate e ricombinate, per dar vita ogni volta a una nuova esecuzione. È definito come il “ballo dell’anima” 1 e le sue caratteristiche di ballo ne hanno permesso l’uso nella psicoterapia arte mediata, detta tangoterapia.
Il tango come medium in psicoterapia
Ad essere psico-terapeutico non è il tango in sé. Il tango diventa uno strumento per accedere al proprio sé, al proprio io. Attraverso il tango possiamo esprimere il nostro mondo interiore, il nostro modo d’essere e di relazionarci. Due corpi che ballano assieme sono corpi vivi, vissuti, corpi con una storia, corpi che racchiudono e parlano di chi li abita.
L’utilizzo del tango come mediazione artistica si delinea come un vero e proprio lavoro di psicoterapia di gruppo. La tangoterapia rientra tra le Danza Movimento Terapia (DMT). Questo perché attraverso ogni dimensione simbolica (arte, musica, danza, pittura ecc.) si riconfigura l’esperienza del vivere. Quando il corpo è impegnato in un atto poetico o artistico genera senso e connessione con le emozioni. E le emozioni sono sempre significative. Attraverso il tango emerge ciò che le parole non riescono dire (d’Errico, 2014).
Un po’ di storia della tangoterapia
Facciamo qualche passo indietro! Il dott. Federico Trossero, psichiatra italo-argentino, tanghero, intuisce che il tango possa essere un interessante strumento di cura/prevenzione del disagio psicofisico. Inizia, dunque, a farne esperienza con i suoi pazienti e, alla luce dei risultati riscontrati, inizia a sviluppare e divulgare il suo metodo. Nel 2008 si tenne in Argentina il primo Congresso Internazionale di Tangoterapia. Un ballo in cui si fondono l’esercizio e la concentrazione con l’interazione sociale. Tutti elementi in grado di ridurre la depressione e la sintomatologia che genera (Trossero, 2006).
L’esperienza australiana
La psicologa Rosa Pinninger della “School of Behavioural, Cognitive and Social Sciences”, Università del New England in Australia, da importanti contributi in tangoterapia. Asserisce che il ballo del tango può essere parte integrante di strategie nella lotta ai disturbi dell’umore. La combinazione dell’esercizio, dell’interazione sociale e dell’intensa concentrazione, dice, allevia la depressione e un’ampia gamma di sintomi associati. ”La pratica del tango argentino si è dimostrata efficace non solo nel ridurre il senso di depressione, ma anche l’insonnia […]. Altri trattamenti non si dimostravano efficaci nel normalizzare una gamma così ampia di condizioni”. E aggiunge “Abbiamo registrato miglioramenti persistenti, che abbiamo potuto misurare a distanza di un mese” (Pinninger, 2013).
Le altre esperienze di tangoterapia
I campi di sperimentazione applicata del tango sono molti. Si va dal campo neurologico (ad es. ritarda gli effetti tipici del Parkinson) al cardiologico, a tutte le forme di riabilitazione e all’oncologico. Laboratori/esperienze di tangoterapia sono diffusi in tutta Italia. Grazie alla dott.ssa Anna Costantini – UOD Psiconcologia – al Sant’Andrea di Roma è utilizzata nei pazienti oncologici. La tangoterapia con il metodo Trossero è utilizzata al Sant’Andrea, nella riabilitazione dei pazienti oncologici sia nel periodo attivo della malattia, sia nel follow up. La tangoterapia è una delle possibilità psicoterapeutiche nell’ambito della Medicina integrativa. Nella terapia attraverso i movimenti della danza è stato rilevato un effetto positivo sul rilassamento, creatività, piacere e auto-espressione. Inoltre si è rilevata una importante influenza sui sentimenti di isolamento che spesso si accompagnano a malattie gravi, psichiche e somatiche 2.
La tangoterapia metodo Trossero
Il Tango crea, attraverso le fantasie evocate, un’esperienza immaginativa, attiva esperienze sensoriali, emotive, corporee e cognitive. Il fondamento teorico del metodo Trossero affonda in questo significato. “Il corpo dice tante cose” afferma Trossero. “Guardando qualcuno che balla il tango, dai movimenti, dalla postura e dall’abbraccio si intuiscono le resistenze e la personalità in generale. Il corpo parla e non mente” 4.
Nei laboratori di tangoterapia non si insegna il tango. Sono utilizzati la musica e le dinamiche di ballo per ottenere un obiettivo: l’espressione completa di sé. Si inizia con proposte semplici per prendere confidenza col corpo, con l’ambiente, col gruppo e quindi favorire una prima esperienza emotiva e sensoriale.
Tecnica di tangoterapia
L’aspetto centrale, nel lavoro con la mediazione artistica in tangoterapia, è l’esperienza: ciò che nella psicoterapia tradizionale “è detto”, qui “è agito”. La mediazione è attraverso il tango e parte dal tango.
Le sensazioni, le emozioni, i vissuti emergenti “nel qui ed ora” sono gli elementi ai quali si intende dare lo spazio principale. Esercizi di esplorazione libera dello spazio; esercizi di prossemica e incontro con l’altro, attraverso lo sguardo e primi contatti fisici. Giochi nei quali sperimentare la differenza fra l’entrare in contatto in modo attivo e in modo passivo. Esercizi nei quali si occupa reciprocamente lo spazio fisico altrui, facendo esperienza del limite che ciascuno pone all’altro nell’avvicinarsi (prossemica).
Nelle sessioni di tangoterapia il terapeuta raccoglie i sentimenti e le emozioni emergenti e ne fa argomento di analisi e discussione in gruppo. Il come ci si è sentiti in quello scambio di sguardi, nell’avvicinamento, nel camminare nello spazio, nel toccare, nel farsi trasportare ad occhi chiusi. Come ci si è sentiti nell’abbraccio!
Durante ogni fase esperienziale di tangoterapia lo psicoterapeuta (che deve saper ballare il tango) deve osservare tutto. Postura, movimento, l’espressione del volto, lo sguardo, la posizione delle mani, la modalità di avvicinarsi all’altro, le rigidità del corpo, l’abbraccio.
“Il corpo dice tante cose: … dai movimenti, dalla postura e dall’abbraccio si intuiscono le resistenze e la personalità in generale”. […] “La postura di un paziente fobico o ossessivo è rigida, il tono muscolare è forte, c’è tensione nell’abbraccio così come nella vita della persona. Al contrario un abbraccio molle, che non si fa sentire, denota un’assenza di personalità e di carattere”2. “A volte è la persona che non vuole farsi vedere per come è, a causa di paure e “paranoie”, ma il corpo parla e non mente” (Trossero, 2006).
Conclusioni
La tangoterapia viene proposta come tecnica terapeutica catalizzatrice dello sviluppo personale, come metodo di esplorazione e potenziamento di risorse e capacità. Si propone di fare della parola un movimento e del movimento una parola. E fare di ciò che emerge nel setting di tangoterapia un bagaglio da portare fuori, nella propria vita.
“Questo Tango ci insegna la vita / E questa vita che ci insegna il suo Tango” Federico Trossero.
Immacolata d’Errico
Bibliografia
- d’Errico I., Mastrofilippo D., De Marzo N., Nardini M., Gotan Project: Tango, a dance to experience oneself. PSYCHIAT DANUB, 2014; 26 (sippl.1): S71-74.
- Pinniger R., Thorsteinsson E. B., Brown R.F., McKinley P.: Intensive Tango Dance Program for People With Self-Referred Affective Symptoms. January 2013 Music and Medicine 5(1) DOI:10.1177/1943862112470143
- Trossero F.: Tangoterapia. Una propuesta para el encuentro con uno mismo y con el otro, Ediciones Continente, Buenos Aires, (2006)
Sitografia
- https://it.wikipedia.org/wiki/Vecchia_guardia_(tango)
- https://www.nuoveartiterapie.net/old/post-recenti/la-mediazione-artistica/tango-terapia-lesperienza-abbraccio-si-balla/
- https://www.avvenire.it/agora/pagine/tango-
- https://wisesociety.it/incontri/federico-trossero-guarire-con-il-tango/
Foto: Tangoterapia, di Immacolata d’Errico, 2016, per sua gentile concessione.