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Riserva cognitiva e depressione

Che cosa è la riserva cognitiva? Tutti ne abbiamo una. È un serbatoio che cresce nel corso della nostra vita attraverso un costante e adeguato allenamento mentale. Scoperta nelle demenze può avere un ruolo come fattore protettivo anche nella depressione.

Che cos’è la riserva cognitiva?

La riserva cognitiva può essere descritta come la capacità del cervello di crescere e di trovare strade alternative in momenti di difficoltà (Pettigrew C, Soldan A, 2019). È un serbatoio, un recipiente, un luogo da cui attingere nuove risorse e nuove energie mentali quando tendono a finire. È un serbatoio che si riempie di competenze, di informazioni e di abilità. Attraverso la riserva cognitiva il cervello utilizza strade alternative per cercare di portare a temine nel miglior modo possibile un compito che si è prefissato. È, pertanto, una risorsa aggiuntiva del nostro cervello che ci consente di affrontare nuove sfide e attività. Ognuno di noi ha una riserva cognitiva che costruisce durante la propria vita (Pucci et al., 2023).

Come si costruisce la riserva cognitiva?

La realizzazione della riserva avviene mediante una lenta ma costante costruzione. Gli ingredienti che la compongono sono le attività scolastiche, il lavoro, le relazioni sociali. Sono determinanti anche le attività ludiche e culturali. Queste attività stimolano le funzioni  del cervello. Lo aiutano a crescere e a sviluppare nuove connessioni tra le proprie cellule nervose (Clare L et al., 2017).

Sono stati individuati numerosi fattori che sono determinanti nella costruzione della riserva cognitiva. Oltre alla componente genetica sono importanti gli anni scolastici effettuati, la partecipazione ad attività ludiche o culturali, ad attività di volontariato. Anche la lettura, una moderata ma scostante attività sportiva, un’alimentazione equilibrata e l’attività lavorativa contribuiscono in maniera determinante alla costruzione e al mantenimento della riserva cognitiva.

La scoperta

Il concetto di riserva cognitiva è nato dalla osservazione che ci può essere una discrepanza tra i danni nel cervello e il grado di deficit delle funzioni cognitive negli individui. Alcuni ricercatori fecero, infatti, una osservazione disorientante (Katzman R et al., 1988). Questi studiosi analizzarono il cervello di persone anziane affette da Morbo di Alzheimer e di persone anziane sane dopo la loro morte. Trovarono che nel cervello delle persone che non avevano alterazioni cognitive c’erano le stesse alterazioni delle persone malate.

L’osservazione più sorprendente è stata che  queste persone avevano un numero maggiore di anni scolastici e di lavoro e che svolgevano numerose attività sociali. Insomma, gli anziani con una maggiore riserva cognitiva non presentavano in vita i sintomi della demenza. La riserva suggerisce che il cervello tenta di compensare attivamente i danni cerebrali. Utilizza modelli cognitivi già preesistenti (ad es., memoria, attenzione, etc.) o si avvale di nuovi modelli di compensazione.

Come si misura la riserva cognitiva

Esiste uno strumento molto efficace che si chiama CRIq  (Cognitive Reserve Index questionnaire) che misura l’Indice di Riserva Cognitiva (CRI). Tale questionario raccoglie informazioni relative alla vita dell’individuo.

Esso calcola la frequenza in cui è stata esercitata una certa attività svolta in tre principali aree: numero di anni di scuola frequentati, tipo di professione e durata dell’impiego, attività extra-lavorative (Nucci M et al., 2012). Dall’insieme di queste informazioni si ottiene un punteggio che indica il livello di riserva cognitiva raggiunto da ognuno di noi. Più alto è il punteggio maggiore è la nostra riserva cognitiva.

La riserva cognitiva nella depressione

La riserva cognitiva è stata studiata soprattutto nelle demenze (Mondini S t al., 2016). Negli ultimi anni, tuttavia, sempre più numerose sono le evidenze dell’importanza della riserva nella depressione. Numerosi studi hanno trovato una stretta associazione tra depressione e aumento di demenza. La relazione tra depressione e demenza è complessa e ancora non ben compresa. Esistono numerosi punti di vista riguardo al modo in cui le due condizioni sono collegate e ai meccanismi neurobiologici in comune (Bennett S et al., 2014). 

La riserva cognitiva potrebbe avere un ruolo in questa associazione? I risultati della ricerca scientifica sono contrastanti sebbene alcuni studi la  confermino (Szepietowska EM, 2019). Anche nei pazienti con depressione un costante esercizio fisico e mentale, un incremento delle attività può ridurre il rischio di sviluppare la depressione.

Conclusioni

Le persone con una maggiore riserva cognitiva sono in grado di resistere a eventi di vita inaspettati. Sono capaci di fronteggiare al meglio lo stress e gli eventi negativi della propria vita. Il cervello con una più elevata riserva cognitiva è capace di innescare immediatamente una marcia più alta per superare l’ostacolo. Una riserva cognitiva più elevata può ridurre il rischio di sviluppare una demenza o un disturbo depressivo.

La costruzione della riserva cognitiva necessita di un allenamento costante, un impegno continuo. È un lavoro faticoso ma darà ottimi risultati e una qualità di vita migliore. Il cervello va costantemente nutrito.

Barbara Solomita

Consigli di lettura

  1. Bennett S, Thomas AJ (2014). Depression and dementia: cause, consequence or coincidence? Mauritas.
  2. Clare L et al (2017). Potentially modifiable lifestyle factors, cognitive reserve and cognitive function in later life: A cross-sectional study. PLoS Med; 14(3): e 1002259.
  3. Katzman R et al. Clinical Pathological and neurochemical changes in dementia: a subgroup with preserved mental status and numerous neocortical plaques. Annals of Neuro1ology 1988:23:138-144
  4. Mondini S et al (2016) Cognitive Reserve in Dementia: Implications for Cognitive Training. Front Aging Neurosci 2016;8:84
  5. Nucci M, Mapelli D, Mondini S (2012). The Cognitive Questionnaire (CRIq): a new instrument for measuring the cognitive reserve. Aging clinical and experimental research, 24,218-126
  6. Pettigrew C Soldan A (2019). Defining Cognitive Reserve and Implications for Cognitive Aging, 9,19(1):1
  7. Pucci V et al (2023) How long have your exercised in your life? The effect of motor reserve and current physical activity on cognitive performance. J Int Neuropsychol Soc, 1,4-17
  8. Szepietowska EM (2019) Mediatory effect of depression in the relations between cognitive reserve and cognitive abilities. Does a CR index matter? Health Psychology Report, 9,200-2012
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