La scelta delle parole
La scelta e il modo di usare le parole è collegato direttamente con il nostro modo di essere e sentirci. Questo è ancora più vero quando c’è uno stato di sofferenza psichica come nella depressione. Le parole possono esprimere direttamente lo stato di sofferenza psichica di una persona.
Secondo uno studio del 2018, pubblicato sulla rivista “Clinical Psychological Science”, le persone che soffrono di depressione sono più propense a pronunciare alcune parole rispetto ad altre (Al-Mosaiwi M., 2018). In questo studio infatti, sono stati analizzati i testi di 63 forum su Internet, per un totale di circa 6.400 membri, servendosi di un software di Linguistic Inquiry and Word Count. Sono stati messi a confronto forum dedicati a disturbi affettivi con altri di controllo dedicati a patologie fisiche (asma, tumori, diabete) e a temi di ordine generale (forum per madri, pensionati, studenti).
Dai risultati è emerso che le parole più usate dalle persone con depressione non sono “tristezza”, “disperazione” e “solitudine” come ci si aspetterebbe. Ma a fare la differenza è soprattutto l’uso dei pronomi. Stando a quanto riportato da Mohammed Al-Mosaiwi, dottorando inglese in psicologia alla University of Reading, chi mostra i sintomi della depressione fa un uso significativo del pronome di prima persona singolare “io“, “me”. È stato invece rilevato un uso ridotto dei pronomi di seconda e terza persona come “voi”, “noi”, “loro”. In particolare, le persone con ansia e depressione le usano il 50% in più e quelle con pensieri suicidari l’80% in più delle altre persone.
L’altra differenza principale è emersa dall’uso di metodi moderni di analisi dei dati capaci di apprendere, come il Machine Learning. Dall’uso di queste tecniche informatiche sono stati scoperti i termini più utilizzati con maggiore assiduità. Coloro che soffrono di depressione, disturbi d’ansia e che hanno pensieri suicidari, utilizzerebbero principalmente termini che esprimono pensieri assoluti, definitivi come “mai”, “sempre”, “niente”, “tutti” e “nessuno”.
Perché le persone con un disturbo depressivo usano soprattutto determinate parole?
La depressione è una condizione psicologica complicata perché, per chi ne soffre, è come se dovesse iniziare ogni giorno un viaggio lunghissimo sentendosi già sfiniti. L’apatia dei depressi si accompagna spesso a un acuto senso di mancanza di forze, da cui consegue la quasi totale assenza di motivazione. Ciò che i depressi hanno smesso di sperimentare è che le energie si rigenerano, facendo cose piacevoli. Questa esperienza si può racchiudere nella frase delle persone depresse: “Non cambierà mai nulla” oppure “Nessuno mi capisce”. Inoltre la loro tendenza è pretendere molto da sé stessi e per questo, le frasi da loro più usate potranno essere: “Non valgo niente” e “Tutti sono migliori di me”.
La disperazione depressiva è un’esperienza che si poggia su una combinazione di generalizzazione e assenza di speranza. Le persone depresse infatti, sono piene di rimpianti: “Ormai è troppo tardi”, “Niente e nessuno mi può aiutare”.
Quali parole utilizzare nella comunicazione con una persona con depressione?
Il linguaggio che usiamo, le parole che diciamo sono molto importanti per stabilire un canale di comunicazione con chi sta affrontando un momento di depressione.
Sarebbe importante fare attenzione a quello che diciamo. Tra le frasi tipiche che sarebbe meglio evitare ci sono: “Dai, muoviti!” oppure “Fatti forza“. Questo perché la depressione non si vince unicamente con la forza di volontà e per superarla serve spesso una profonda ristrutturazione del proprio modo di stare al mondo. Molto meglio lavorare per convincere la persona depressa a iniziare un percorso di sostegno farmacologico e psicologico.
Un’altra frase da evitare potrebbe essere: «Così fai stare male anche me». Questo perché non deve essere un problema della persona con depressione come sta l’altro. Cercare di far sentire in colpa una persona con depressione non fa che peggiorare il suo stato.
L’orizzonte di una persona con depressione può essere molto cupo, perché manca del tutto la speranza. La speranza quindi, sembra essere il bene più prezioso, per questo le parole che riescono a darne possono essere quelle più adatte per aiutare una persona con depressione.
Conclusione
L’attenzione alle parole della depressione, può avere lo scopo importante di cercare di identificare per tempo i sintomi di questo disturbo. Utilizzare le giuste parole, inoltre, può essere utile per trovare un canale comunicativo con la persona che soffre di depressione.
Le parole dunque, se usate nel modo giusto, si confermano essere dei validi strumenti per migliorare la diagnosi e la cura della sofferenza psichica ed, in particolare, della depressione.
Antonella Vacca
Bibliografia
- Al-Mosaiwi M & Johnstone T (2018). In an absolute state: Elevated use of absolutist words is a marker specific to anxiety, depression, and suicidal ideation. Clinical Psychological Science, 6, 529–542. doi:10.1177/2167702617747074 ;
- Chrystelle S (2020) Diversity & Inclusion Leader. Le parole che contano. Il linguaggio inclusivo tra rispetto e sicurezza psicologica. Divercity – dicembre 2020
https://www.italiasalute.it/819/pag2/Le-parole-della-depressione.html
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