Periodico dell’ EDA Italia Onlus, Associazione Italiana sulla Depressione

DOC da relazione o depressione?

Il DOC (Disturbo ossessivo compulsivo) da relazione può essere scambiato facilmente per un disturbo depressivo o per un problema di coppia. Se però non viene diagnosticato l’intervento rischia di essere peggiorativo.

Cos’è il DOC da relazione

Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) da relazione è un disturbo composto da due elementi connessi tra loro. Da una parte ci sono le ossessioni e dall’altra le compulsioni.

Le ossessioni

Per ossessione si intende un pensiero, fastidioso, indesiderato, che non riusciamo a mandare via e che arriva improvvisamente senza la nostra volontà. Solitamente i pensieri ossessivi hanno temi disturbanti e contrari alla morale di chi ne soffre. Un cattolico praticante potrebbe trovarsi a pensare delle bestemmie, chi è molto legato alla famiglia potrebbe immaginare di far del male a un familiare, ecc.

Attenzione: i pensieri ossessivi hanno la caratteristica di essere indesiderati dalla persona. Non parliamo quindi di chi vuole fare del male a qualcuno, ma di chi non riesce neppure a sopportare di pensare quella cosa.

Le compulsioni

La seconda componente del DOC sono invece le compulsioni. Per compulsione si intende un’azione (fisica o mentale) che ci sembra uscire dal nostro controllo e che ha l’effetto di ridurre l’ansia generata dall’ossessione. L’effetto negativo delle compulsioni è che rinforzano le ossessioni.

Come funziona una compulsione? Ho paura di essermi contaminato (ossessione) quindi mi lavo a lungo le mani (compulsione). Più però mi lavo le mani più mi convinco che sono sporche (rafforzo l’ossessione).

Il DOC da relazione

Il disturbo ossessivo compulsivo da relazione (DOC da relazione) funziona allo stesso modo, ma l’argomento che ci spaventa, l’ossessione, è relativo alle relazioni sentimentali. Le domande riguardano i sentimenti che proviamo verso il partner, i sentimenti che il partner prova per noi e l’adeguatezza della relazione. Ad esempio possiamo chiederci “amo davvero il mio partner?” – “mi ama ancora come prima?” – “la nostra relazione è accettabile anche se veniamo da due famiglie molto diverse?” e così via.

La parte compulsiva in questo disturbo sono invece le risposte che proviamo a dare a queste domande. Il problema è che queste domande quando diventano ossessive non hanno mai una risposta soddisfacente.

E più cerchiamo quella risposta (compulsione) più rendiamo forte la domanda (ossessione).

La caratteristica tipica del DOC da relazione è pensare continuamente a quell’argomento, giorno e notte, cercando insistentemente la risposta definitiva alle proprie domande e dubbi.

Perché capita di scambiare il DOC da Relazione con la Depressione?

Come detto il DOC presenta la caratteristica di assorbire tutte le energie mentali portandoci a pensare e ripensare continuamente alle stesse cose.

Sebbene nel DOC da relazione le compulsioni non siano visibili ci sono dei sintomi che si riescono a notare anche dal di fuori. Nello specifico abbiamo:

  • mancanza di attenzione e concentrazione
  • tendenza a dimenticare le cose
  • evitamento di situazioni sociali fino in alcuni casi a chiudersi in casa
  • crisi di pianto
  • stanchezza fisica e mentale
  • ridotto rendimento scolastico e lavorativo
  • attacchi di panico

Questi sintomi, ad uno sguardo superficiale possono sembrare simili a quelli depressivi, soprattutto perché il paziente è spesso restio a parlare dei propri dubbi ossessivi. Ci si può quindi convincere di soffrire di depressione quando invece questi sintomi sono ricollegabili ad un disturbo ossessivo compulsivo non diagnosticato.

Per questa ragione si consiglia sempre una valutazione psicologica o psichiatrica prima di intraprendere un percorso di cura. Tutti gli psicologi e gli psichiatri fanno diagnosi, assicuriamoci quindi di affidarci ad uno di questi professionisti per il bene della nostra salute.

Come trattare il DOC da Relazione?

Il DOC da relazione può essere trattato in diversi modi: con la terapia psicologica, con la farmacoterapia o con l’abbinamento delle due terapie.

Grazie alla psicoeducazione possiamo imparare a individuare il meccanismo ossessivo e non farci trarre in inganno dal contenuto dei pensieri.

Generalmente nei casi meno severi può essere sufficiente la sola terapia psicologica, mentre nei casi più severi il supporto di uno psichiatra è molto importante.

Fondamentale è comprendere e bloccare il meccanismo del DOC, senza sforzarsi di rispondere necessariamente alle domande che si hanno relativamente alla relazione.

Andrea Iengo

Bibliografia

  1. Doron, G., Derby, D., Szepsenwol, O., Nahaloni, E., & Moulding, R. (2016). Relationship obsessive–compulsive disorder: interference, symptoms, and maladaptive beliefs. Frontiers in Psychiatry, 7, 58.
  2. Doron, G., Derby, D. S., & Szepsenwol, O. (2014). Relationship obsessive compulsive disorder (ROCD): A conceptual framework. Journal of Obsessive-Compulsive and Related Disorders, 3(2), 169-180.
  3. Doron, G., Mizrahi, M., Szepsenwol, O., & Derby, D. (2014). Right or flawed: Relationship obsessions and sexual satisfaction. The journal of sexual medicine, 11(9), 2218-2224.
  4. Nardone, G., & De Santis, G. (2011). Cogito ergo soffro: Quando pensare troppo fa male. Ponte alle Grazie.
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