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Alleati silenti nella cura della depressione

La compagnia di un animale domestico può essere un valido aiuto a curare la depressione reattiva all’isolamento

Introduzione

Il ricordo della recente pandemia da Covid-19 è ben presente nella memoria collettiva per la tragicità e drammaticità degli eventi. La popolazione forzata dal lockdown ad un confinamento domiciliare, senza precedenti dalla fine dell’ultima guerra, ha reagito, ovviamente, anche con sintomi della depressione.

In questo articolo focalizziamo l’attenzione di come durante il lockdown, essendovi la possibilità di brevi uscite per chi possedesse cani, molti hanno ricorso alla loro adozione. Soprattutto persone che mai avevano contemplato l’ipotesi di avere un cane, hanno avuto come ritorno miglioramento dell’umore, sperimentandolo come antidoto alla depressione.

Ciò ha permesso alle persone brevi uscite per non impazzire. Pensiamo non tanto a chi risiede in villa, ma a chi vive in un piccolo monolocale in città, che ha potuto autocurare così la depressione reattiva al confinamento.

Molte persone hanno scoperto come la presenza di un animale possa agire positivamente sulla depressione. Azione utile sia sulla depressione da isolamento, che possiamo definire reattiva, sia per le persone in trattamento farmacologico e psicoterapeutico (Wells 2019). Pertanto, si è consolidato anche a pandemia conclusa un nuovo rapporto di conoscenza e consapevolezza dell’utilità della reciprocità animale – uomo

Relazione uomo, animale e depressione

Le evidenze scientifiche ormai da anni hanno sempre più dimostrato che la relazione vitale con gli animali sortisce effetti positivi nella mente umana. Più in dettaglio i cani, in quanto a differenza di un pesciolino rosso permettevano di rompere brevemente il lockdown, ma ogni relazione sana uomo animale ha la propria potenzialità positiva.

La relazione uomo animale genera, soprattutto nel mondo urbano, numerosi effetti positivi sulla salute fisica e mentale dell’uomo, generando benessere nella persona.

Le persone trovano infatti nella relazione con il loro animale domestico dei facilitatori sociali, come nel caso del lockdown. Non solo ma anche un supporto a chi soffre di depressione, nelle sue molteplici caratteristiche e sfumature.

Pensiamo semplicemente a chi è sorpreso dalla solitudine, una grande produttrice di depressione nei soggetti normali, quanto ristoro trova dalla presenza di un animale domestico.

Pensiamo a chi vive in solitudine un lutto, una malattia, una separazione e scopre che nei momenti difficili intorno si fa il deserto.

Il cane, in particolare, che è capace di offrire devozione ed amore incondizionato all’uomo che lo adotta, permette a quest’ultimo di una percezione di stabilità e sicurezza. Tali sensazioni agiscono immediatamente e positivamente sul tono dell’umore, e che sono spesso difettuali nelle relazioni interpersonali di qualunque tipo.

La presenza di un altro essere vivente riduce il senso di isolamento e la solitudine, agendo positivamente ed automaticamente in senso antidepressivo. Infatti, gli animali favoriscono una cura primaria della depressione e stimolano i rapporti interpersonali, come avviene durante le passeggiate con i cani ad esempio. Aumentano così le possibilità di contatti umani e conversazioni in quanto la presenza di animali evoca una risposta sociale.

Socializzazione e Pet Therapy

Ricordiamo tutti il primo incontro mediato dai rispettivi cani Peggy e Pongo tra Anita e Rudy Radcliff, nell’ immortale Carica dei 101 di Walt Disney. Ad esempio, pensiamo agli animali da assistenza per le persone affette da disabilità, situazioni in cui non solo il soggetto malato ma tutto la famiglia è trascinata nella depressione. Le persone che utilizzano la sedia a rotelle ed i non vedenti ricevono nella pubblica via un numero di approcci amichevoli da parte di sconosciuti otto volte superiori se hanno con sé un animale (Foreman et al, 2017).

In questa circostanza l’animale agisce da mediatore sociale creando un anello di congiunzione tra la persona sofferente ed il pudore dell’estraneo di entrare in contatto con essa (Janssens, 2020).

Una riflessione anche su chi vive una depressione meno ampia, più curata ma più sofferta come chi si trova in Strutture per anziani o disabili. Alcune Strutture si sono dotate programmi di terapie con animali, con beneficio immediato per gli utenti, che hanno migliorato il loro umore.

Possiamo dire pertanto che la presenza di un animale, pianificata ed all’ interno di una Pet Therapy codificata di un animale può anche potenziare una terapia psicofarmacologica od una psicoterapia per i sintomi depressivi.

Vi sono poi esperienze di interventi assistiti su singoli con patologia internistiche con animali (sempre pet therapy) ottenendo la modulazione del dolore mediata dal rilascio di oppioidi endogeni.

Inoltre, si è verificata la riduzione dell’ansia, il controllo di pressione sanguigna, frequenza cardiaca e respiratoria.

Aspetti biologici del rapporto uomo animale e depressione

Il legame uomo animale ed animale uomo a livello neurobiologico è mediato dall’ossitocina, come analogamente a quanto avviene nelle relazioni umane con carattere di positività.

A livello psicologico ormai è consolidato nella letteratura scientifica che il legame uomo- animale ed in particolare la diade uomo-cane implica un legame di attaccamento (Menna & Santaniello, 2019). Un attaccamento simile a quello che caratterizza la relazione tra genitori e neonato.

Gli animali domestici e l’uomo hanno sviluppato un processo di co-evoluzione. Un processo evolutosi acquisendo competenze comunicative comuni, con antropizzazione dei comportamenti animali.

Comunemente siamo abituati a identificare la comunicazione esclusivamente con il con il linguaggio verbale. Ci soffermiamo sugli aspetti semantici del linguaggio e sul significato delle parole, ma nel rapporto con l’animale l’uomo sperimenta qualcosa di ancestrale: la comunicazione non verbale.

Come forse avveniva nell’uomo all’alba della sua comparsa sul pianeta, l’uomo e l’animale comunicano emozioni e sentimenti in modo non verbale. Avviene un concetto di reciprocità: non solo gli animali sono in grado di leggere le emozioni dell’uomo, ma sono anche in grado di utilizzare queste informazioni modificando il proprio stato mentale (Janssens et al 2020).

Sono in grado di percepire il nostro umore depresso e modificare il loro comportamento per esserci di supporto.

L’uomo e gli animali domestici

I modelli operativi interni del proprietario influenzano il legame di attaccamento con il cane. Ma è vero anche il contrario, cioè anche in senso negativo.  Per esempio, si è visto che con i proprietari che sono predisposti a vivere le interazioni con il loro cane al negativo, l’animale può assumere coraggio dalle modalità negative del padrone (Deborah, 2019).

Altro esempio: secondo uno studio scientifico le fusa del gatto hanno effetti positivi sulla salute dell’uomo. Non si tratta solo di una codificata pet therapy, ma semplici benefici percepiti su muscoli e ossa dell’uomo.

Ciò in quanto le frequenze sonore delle fusa feline sono vicine a quelle delle terapie a ultrasuoni, impiegate per aiutare persone con dolori muscolari su base acuta e/o cronica degenerativa.

Secondo lo studio un gatto domestico fa le fusa ad una frequenza da 25 a 150 Hertz (Hz), percepibili dagli esseri umani che mediamente hanno una gamma percettiva che va da circa 20 a 20.000 Hertz (Fauna Communications Research Institute nel North Carolina 2014).

Ricordo circa nel 1994 ero aiuto presso un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura ubicato in un Ospedale al centro di un parco. In un giorno di pioggia e tempesta arrivò una gatta in procinto di partorire e non si sapeva dove metterla e misi a disposizione il mio studio dove nella notte avvennero i lieti eventi. Nei giorni successivi tutti i pazienti del reparto vennero a turno nel mio studio a visitare i neonati gattini.

L’ evento lanciò in un clima di euforia pazienti e personale per diversi giorni, mai stati così una cosa sola come in quella circostanza, ed i più festanti furono proprio i degenti affetti da turbe depressive.

Conclusioni

Come inizialmente citato nell’esempio del lockdown e nelle altre circostanze illustrate, gli animali possono essere un importante ed affettivo supporto alle persone che vivono una depressione.

Ciò sia senza una pianificazione clinica, cioè nel contatto diretto uomo animale in ogni ambito, sia all’interno di una Pet therapy codificata.

A conferma che, come descritto, gli animali possono essere alleati silenti per psichiatri e psicologi nelle strategie complessive della cura del soggetto depresso.

Gianluca Lisa

Bibliografia

  1. Menna L.F, Santaniello A, Todisco et al. The Human–Animal Relationship as the Focus of Animal-Assisted Interventions: A One Health Approach, 29 September 2019, DOI: 10.3390/ijerph16193660
  2. Wellis DL. The State of Research on Human–Animal Relations: Implications for Human Health, March 2019, DOI.org/10.1080/08927936.2019.1569902
  3. Janssens M, Eshuis J, Peeters S. The Pet-Effect in Daily Life: An Experience Sampling Study on Emotional Wellbeing in Pet Owners, June 2020, DOI.org/10.1080/08927936.2020.1771061
  4. Foreman A.M, Glenn M.K, Jean B, Wirth O. Meade and Oliver Dogs in the Workplace: A Review of the Benefits and Potential Challenges, 2017, DOI:  10.3390/ijerph14050498.

Foto: Envato Elements

Disegno di Gianluca Lisa, 2024

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