Introduzione
Nel 2019 è stato inaugurato presso la U.O.C. Psichiatria Universitaria del Policlinico di Bari il Day Service, tra cui quello dedicato alla Depressione Resistente. La depressione resistente al trattamento è un problema di salute pubblica per le ricadute, i ricoveri e la mortalità che ne può derivare. Ma soprattutto ad essere compromessa è la qualità di vita del paziente. Parleremo di questa condizione e del Day Service con la dottoressa Ileana Andriola. La dottoressa Andriola è psichiatra, psicoterapeuta e ricercatrice ed è Responsabile del Day Service per la diagnosi e la cura della Depressione Resistente.
Depressione resistente
Buongiorno Ileana potresti specificare con parole semplici cosa si intende per depressione resistente?
Certo! Definiamo la depressione come resistente quando non c’è risposta terapeutica a due diversi antidepressivi assunti per un periodo di tempo adeguato e con dosaggio adeguato. Ovviamente nello stesso episodio depressivo.
La diagnostica nella depressione resistente
Qual è la procedura diagnostica presso il Day Service Depressione Resistente?
Eseguiamo indagini di laboratorio per la valutazione del profilo endocrinologico, dell’assetto marziale, cioè per valutare eventuali problemi legati al ferro. Valutiamo anche i folati, oltre alla routine ematochimica. Seguono indagini di neuroimaging, cioè la RMN dell’encefalo. E poiché potrebbe essere sottesa anche una condizione organica, organizziamo per i pazienti anche varie consulenze specialistiche. È importante fare una diagnosi differenziale con le varie patologie organiche. Tra le cause organiche più frequenti di sindromi depressive che non rispondono ai trattamenti, vi sono disfunzioni endocrinologiche, come ad esempio alterazioni della funzione tiroidea e le patologie in ambito neurologico. Più frequenti rispetto alle altre condizioni organiche sono le patologie in ambito neurologico. Ci è capitato di rilevare soprattutto sclerosi multipla, patologie neurodegenerative ma anche patologie tumorali.
La presa in carico
Come avviene la presa in carico del paziente? In che modo vi contatta?
Molto frequente il contatto avviene attraverso i colleghi psichiatri, ma qualunque cittadino può scriverci una email. L’email è dayservice.psichiatria@policlinico.ba.it.
La presa in carico avviene attraverso vari step. Il primo step è il pacchetto diagnostico di cui abbiamo già parlato. Il secondo step comprende l’inizio dei vari tipi di trattamento, compreso il servizio psicologico ove occorre.
Trattamento farmacologico della depressione resistente
Che strategie usate nell’approccio farmacologico?
Utilizziamo varie strategie di trattamento, seguendo le linee guida internazionali. Tra queste vi è l’augmentation, cioè l’aggiunta all’antidepressivo di un antipsicotico atipico a basso dosaggio. Oppure la combination di due antidepressivi con meccanismi di azione diversi. La cosa importante è fare una terapia mirata sul paziente, personalizzata. Fondamentale è individuare l’aspetto sintomatologico più disturbante per il paziente. Ad esempio in pazienti anergici, usiamo soprattutto gli antidepressivi noradrenergici. Negli apatici e abulici, dove prevale la mancanza di volontà, siamo soliti dare il buproprione. Nell’insonnia depressiva diamo trazodone o mirtazapina, controllando poi gli aspetti metabolici. Oppure la quetiapina a basso dosaggio.
E quando l’insonnia è accompagnata da ansia e perdita di appetito?
In questo caso l’olanzapina a basso dosaggio aiuta molto.
Esketamina, il ruolo nella depressione resistente
E dell’esketamina che mi dici? Ritengo sia un valido presidio ma che può essere somministrato solo in regime ospedaliero!
Sì, noi utilizziamo la esketamina da gennaio 2023. È uno spray nasale. La scheda tecnica prevede nel primo mese una somministrazione due volte a settimana. Nel mese successivo una volta alla settimana, poi si può ridurre la frequenza a una volta ogni 15 giorni. Ha una grande efficacia, diciamo che nella nostra esperienza abbiamo tassi di risposta intorno al 70%. Tra l’altro, è un trattamento associato a scarsi effetti collaterali e comunque transitori.
C’è un target per l’utilizzo di esketamina? Un paziente tipo!
Non si conoscono ancora le caratteristiche cliniche che possano predire la risposta al trattamento. Ma in tutto il mondo, e anche da noi, si stanno facendo ricerche su questo. La consideriamo una opzione validissima in caso di resistenza a due antidepressivi.
TMS, il ruolo nella depressione resistente
Mi risulta che facciate anche un trattamento non farmacologico come la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS). Come funziona?
Si! Si va a stimolare attraverso un campo magnetico, una parte della corteccia cerebrale che è la prefrontale dorsolaterale. Quest’area è implicata in connessioni con il sistema limbico che è il centro deputato alla regolazione delle emozioni. La stimolazione della corteccia prefrontale dorsolaterale porta ad un ripristino della connettività tra le aree cerebrali suddette, che sono implicate nel disturbo depressivo.
La personalizzazione delle cure
Puoi dirci qualcosa in più sulla personalizzazione delle cure?
Cerchiamo di offrire ai pazienti interventi personalizzati sulla base di uno studio continuo della letteratura scientifica. Il Disturbo Depressivo Maggiore è estremamente omogeneo dal punto di vista clinico. Numerose evidenze mostrano che sottotipi clinici differenti sono associati ad alterazioni biologiche differenti. Presso il nostro centro conduciamo ricerche con lo scopo di individuare marcatori biologici, fattori psicologici e clinici associati alla risposta a specifici trattamenti per la depressione.
Considerazioni
Stanno aumentando a ritmo esponenziale negli ultimi anni le conoscenze in merito al disturbo depressivo maggiore. Questo consente la possibilità di offrire terapie personalizzate e quindi più efficaci per la cura del disturbo. Non abbiate paura quindi di rivolgervi allo specialista psichiatra perché è una malattia che può essere curata efficacemente. Compresa la Depressione Resistente.
Immacolata d’Errico
Foto: di Immacolata d’Errico. Dottoressa Eleana Andriola